lunedì 25 luglio 2016

Good Morning Vietnam Europa


Vi ricordate il film Good Morning Vietnam ?
Non voglio dilungarmi sulla storia, quindi se non lo avete visto o non ve la ricordate bene, potete sempre guardarlo o seguire il link.

Vorrei solo soffermarmi su un paio di punti:
  • Non si desidera far sapere che la guerra non è limitata al fronte
  • Non ti puoi fidare di tutti
In realtà nel momento temporale in cui è ambientato il film non si parla ancora di "Guerra", ma solo di "Azione di Polizia". Che cosa voglia dire quest'ultima espressione se lo chiede, oltre al sottoscritto, anche il protagonista.

La situazione descritta ricorda purtroppo la situazione che stiamo vivendo in questo periodo storico.

Ho analizzato i tweet pubblicati in italiano durante gli ultimi atti criminosi di Bruxelles, Nizza e Monaco.
C'è chi afferma che ci troviamo già in guerra, che dovremmo chiudere la porta in faccia allo "straniero", che quelli che sono già tra noi vadano rispediti a casa loro e c'è chi cerca di non fare di tutta l'erba un fascio facendo notare che ci sono molti immigrati extraeuropei integrati più o meno nel nostro tessuto sociale.
Purtroppo si tratta praticamente di un muro contro muro.

Dico subito che non ho la formula magica che rimette tutto a posto; anche perché la situazione si è incancrenita da anni e anni di reciproci passi falsi.

L'Europa e gli Stati Uniti d'America hanno in passato e tutt'ora perpetrato una politica coloniale nei confronti di quei paesi che non erano reputati civili. Siamo andati a casa loro, abbiamo imposto i nostri usi per il nostro tornaconto, li abbiamo sfruttati e molte volte li abbiamo uccisi per difesa, per errore o come prezzo equo per colpire avversari; quasi come nei rastrellamenti della seconda guerra mondiale.

Ci stupiamo quindi che, tra coloro che sono in fuga da situazioni ambientali o politiche disastrose, si trovino anche dei personaggi che non pensano che alla "vendetta"?

Tra le fasce più derelitte di un corpo sociale cova sempre un sentimento di rancore e una voglia di migliorare la condizione propria o dei propri cari; ed è tra questi individui che i poteri forti, poteri a cui non interessa nulla che tu sia di razza caucasica, mongolica, etiope, americana o malese, che tu creda in Dio, Allah o Geova. Questi poteri sono interessati solo a incrementare il loro potere.

Tra queste reclute non è escluso che ci siano degli individui che abbiano una morale al di fuori del "normale" o che amino fare del male, anzi. Ma in ultima analisi non sono importanti se non come detonatori per rendere le situazioni più caotiche.

Se andiamo quindi a vedere bene, non siamo in guerra, Non ci sono due coalizioni che si battono per qualcosa, ma persone che si muovono seguendo uno spirito di rivalsa indirizzato dalle mire altrui verso il caos.
E qui possiamo accendere i riflettori sul secondo punto: la fiducia.
A partire dal regno animale, ci si fida solo del branco, del gruppo; espandendo questo concetto, del vicino, del conterraneo, del connazionale. Di persone che, sotto vari aspetti, somiglino a noi. E questo ci porta a sospettare se non addirittura rifutare tutto quello che è "straniero" o lontano dalla propria cultura.

Che lo si voglia ammettere o meno, il "razzismo" inteso nella sua accezione più ampia, alberga in ognuno di noi. La cosa strana è che il razzismo, essendo diretto verso il diverso, verso chi non conosciamo, con i mezzi di comunicazione moderni non dovrebbe influenzare le nostre vita, dal momento che siamo in grado di parlare con gente di tutto il mondo.

Durante la mie esperienza con Mozilla Italia ho avuto modo di conoscere gente dal Nord e Sud America, Africa, Asia ed Europa. Nel palazzo accanto al luogo deve lavoro c'è un centro culturale musulmano. Ho avuto modo di parlare con tutti loro di argomenti al di fuori di quelli limitati all'occasione.
Non ci crederete. Anche loro ridono alle battute, praticano sport, si preoccupano per la salute dei propri cari e se il lavoro non è soddisfacente o manca del tutto. C'è chi è Cattolico, Protestante, Induista, Musulmano, Agnostico o Ateo. Eppure tutti indossano i pantaloni una gamba alla volta.

Alcuni saranno spie, sabotatori, attentatori? Può darsi. Non sono in grado di saperlo; non sono un esperto di Intelligence come mi pare ci siano tra i falchi dei Social Network. In ogni caso posso dire una cosa: sono come me, come voi, come tutti.

Proviamo a smettere di pensare a loro come "essere inferiori", a invocare il ritorno alla Santa Inquisizione o alla creazione di "Campi di raccolta" (concentramento forse è parso tanto anche all'autore). Smettiamo di andare a casa loro con il fare di Custer verso i Nativi Americani. Non si risolverà tutto magicamente, perché da centinaia di anni non facciamo che comportarci come il bullo del quartiere.
Posso assicurare che gli attentati non smetteranno, ci sarà sempre il potente che recluterà manodopera tra i "reietti". Volete il meglio per i vostri cari? Andate dallo "straniero" e parlate con lui, confrontatevi. Non fatevi guidare dalle viscere, ma dalla vostra mente. E tutti ne usciranno più ricchi, come il protagonista dl film.

Un nemico non è per sempre, un amico si.

E ricordate!
"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci." E non sono parole mie, ma di un ebreo non molto famoso, Isaac Asimov.