venerdì 22 agosto 2014

Tony Hadley: un uomo per tutte le stagioni

Dopo molto tempo, una decina di anni credo, sono tornato ad andare a un concerto.
Scordatevi le folle oceaniche e gli stadi col prato affollato; non credo troverò più alcun cantante che non sia di “nicchia“ che mi invogli ad andarlo a vedere dal vivo. Parlo di quei “piccoli“ concerti che si svolgono le sere d'estate nelle località rivierasche.

L'occasione è stata che, il giorno del compleanno di una persona cara, si svolgesse nelle vicinanze, e più in particolare a Villa Bertelli a Forte dei Marmi, lo spettacolo di un certo Tony Hadley, lo “Spandau Ballet performing live with his band“(Vorrei dire due parole a chi redige i testi, ma ho troppo caldo e lascerò passare, per questa volta).

Per quei pochi e spero limitati solamente a giovani imberbi che non sapessero chi fosse Tony Hadley, ricordo solamente che si tratta del frontman degli Spandau Ballet, band che ha guidato il movimento new romantic e che, negli anni 80 si divideva il favore del pubblico con i Duran Duran.

Sinceramente ero dubbioso se andare, o meglio farmi trascinare a questo spettacolo. Ai tempi, pur ascoltando le canzoni degli Spandau, non mi riconoscevo in quella scuola di pensiero e di moda e forse propendevo per il loro rivali.


Un momento dello spettacolo (foto di Mary Chain)
Un momento dello spettacolo (foto di Mary Chain)

In ogni caso sono andato con la mente aperta e disposto a passare una bella serata, sperando di non ritrovarmi in mezzo a una masnada di groupie quarantenni intente a lanciare reggiseni e mutande sul palco. In effetti qualche signora ricadente in tale categoria si è presto palesata, ma tranne una bionda col caschetto che, per qualche istante ho pensato si mettesse in tenuta adamitica e saltasse sul palco, è stato tutto molto calmo, anche se caldo.

La generazione più rappresentata era, manco a dirlo, quella sui quaranta/cinquanta, ma ho visto molte persone di massimo venti, venticinque anni che si divertivano, cantavano e ballavano al ritmo di musiche che sono state scritte quando loro non erano ancora nate.

Devo confessare che sono rimasto stupito dalla performance di Tony Hadley; voce ancora potente, anche se per qualche acuto strappagola si è aiutato con la corista che era contemporaneamente, la percussionista della band. Si perché, a differenza di altri, lui non ha smesso di cantare e anche durante il periodo di scioglimento della band, ha continuato ad esibirsi. Ovviamente da noi, che siamo la discarica musicale d'europa, è stato dimenticato sino al 2009 quando ha duettato con Caparezza nella canzone Goodbye Malinconia.

Peccato solo che la location sita in mezzo alle case, porti a una chiusura del concerto alle 23.30 circa con un'ora e quaranta di musica e bevute. Bevute si! Quando il cantante si presenta sul palco con tumbler pieno di gin (oppure vodka), poi chiacchiera col pubblico dicendo che “adesso è il mio momento Jack“ scolandosi un altro bicchiere pieno questa volta di whiskey e, per il bis, torna sul palco bevendo birra (per reidratarsi, dico io), non si può parlare che di musica e bevute. Nulla che non sia di casa in un piano bar di Londra.


Tony brinda col pubblico (foto di Mary Chain)
Tony brinda col pubblico (foto di Mary Chain)

Perché di un grande cantante da piano bar si tratta. Non siamo, e forse non lo siamo mai stati, ai livelli (bassi) degli urlatori o di quei cantanti che lavorano tutto di studio. Siamo al cospetto di un artista capace di passare dall'intimo di una sala per pochi fortunati a folle numerose. Chi era con me, mi assicura che il concerto tenuto con gli Spandau a Firenze non ha forse mosso più le folle oceaniche degli anni 80, ma moltissime erano le presenze per ascoltarli dal vivo.

Peccato non aver avuto una qualche attrezzatura degna per un ripresa video e audio; avrebbe reso meglio l'idea di cosa è stata la serata. Ho trovato solo due video in rete dello spettacolo e li trovate più sotto.

In ultima analisi una bella serata estiva, sentire dal vivo un cantante con una voce così duttile, cantare delle canzoni che, bene o male, ti sono rimaste dentro, rimette il male di queste voci dozzinali e piatte che vanno adesso; adatte solo a cavalcare palle da demolizione o a parlare ripetutamente di telefonate.

Tony canta True
 
Tony canta Gold

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